RICCARDO NUTI: EX CAPOGRUPPO DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI.

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Ciao Riccardo, come mai hai deciso di addentrarti nell’ambito politico?

Perché ero stanco di lamentarmi dei disservizi a Palermo. Ogni giorno c’era sempre qualcosa che non funzionava a dovere come per es. i tempi degli autobus, la raccolta e gestione dei rifiuti, la manutenzione stradale, l’inefficienza degli uffici pubblici. Ho compreso che anziché lamentarmi dovevo attivarmi e impegnarmi un po’ nel tempo libero così un giorno nel 2007 venni a sapere del vday1 ovvero una raccolta firme lanciata da Beppe Grillo per chiedere un Parlamento Pulito: no condannati in Parlamento, massimo due legislature e l’introduzione delle preferenze nella legge elettorale (allora era il porcellum). Mi sono sembrate proposte di buon senso, quasi assurdo che non fossero già legge o attuate anche senza il bisogno di una legge. Così iniziai a partecipare a qualche riunione e l’8 settembre 2007 andai in piazza per raccogliere le firme, fu un successo immenso (350.000 firme in un solo giorno in tutta Italia) e da lì capii che l’impegno politico non è solo candidarsi ed essere eletti ma solo una parte di un progetto molto più grande e sopratutto più bello.

Se fossi divenuto sindaco di Palermo, quali iniziative avresti promosso affinchè si potessero raggiungere concreti miglioramenti?

Il problema di Palermo, come ho avuto modo di spiegare durante la campagna delle elezioni comunali, è come vengono spese le risorse economiche del bilancio. Al momento la maggior parte del bilancio è destinato a spese per il personale. In particolare bisognerebbe avere il coraggio di dire che il comune non può continuare a pagare per tutti quei bacini clientelari creati in questi decenni con la promessa/illusione di, un giorno, assumere queste persone nella pubblica amministrazione (il cosiddetto posto al Comune). MI riferisco in particolare alla Gesip (ora Re.set.) e a tutte quelle società che il comune paga, tramite contratti di servizio, onerosissimi ma che hanno moltissimo personale in esubero. Il dover pagare personale in esubero rispetto a quello necessario comporta che poi il comune (o la società partecipata interamente dal comune) non ha la possibilità di investire in mezzi, campagne di informazione per poter fornire un servizio adeguato e di qualità. In ogni caso oltre questa iniziartiva le due più importanti riguardano tutte le iniziative volte al cambiamento culturale (ad. es. politiche per ridurre la produzione di rifuti, far rispettare le regole, riduzione di stipendi e gettoni) e a smascherare il grande teatro che da decenni è la politica compresa quella locale, basata su clientele e corruzione.

Cosa ne pensi nel modo in cui amministra la città l’attuale sindaco Leoluca Orlando?

Penoso. Orlando si è rivelato un grande parolaio e come tutti i parolai si sta scontrando con la realtà. I risultati sono penosi e non basta il paragone con il disastroso Cammarata per dire che sia meglio di quest’ultimo. Cambiare il nome a società fallimentari come Amia e Gesip (trasformate in Rap e Re.Set) non ha cambiato il livello dei servizi. Palermo rimane una città dove lo Stato è quasi del tutto assente, piena di rifiuti, con un traffico caotico, strapiena di posteggiatori abusivi che assillano cittadini e turisti e che non sfrutta le grandi potenzialità che ha.

Come mai hai deciso di far parte del Movimento 5 Stelle?

Perché è l’unico insieme di persone coerente ed onesto presente in Italia a livello politico. Anche nelle molte difficoltà, il Movimento 5 Stelle sta cercando di realizzare quanto detto. Ha dimostrato che alle parole segue la realtà dei fatti ed il taglio di stipendi e la rinuncia ai 42mln€ di rimborsi elettorali ne sono la dimostrazione aldilà di qualsiasi opinione.

Raccontaci della  tua esperienza come portavoce di Palermo del Movimento 5 stelle alla Camera.

La mia esperienza come portavoce di Palermo nel M5S la definirei molto faticosa ma felice. Faticosa sopratutto nella fase iniziale dove sono stato per un anno anche Presidente del gruppo oltre che per tre mesi capogruppo. La realtà che viviamo a Palermo risulta difficile da trasmettere pienamente ai colleghi che non hanno mai vissuto certe assurdità e certi teatrini della politica palermitana. Quello che per me è assodato per tanti non lo è. Nel tempo l’esperienza nel m5s si sta evolvendo in qualcosa di difficile da definire ma che sicuramente permette di crescere sotto tanti aspetti. Palermo è a mio parere un esempio di quello che la politica malata può creare ma al tempo stesso mostra le possibilità di vivere in luoghi unici.

A cosa ambisci dal punto di vista lavorativo?

Non ho molte ambizioni dal punto di vista lavorativo, sono cosciente che il grandissimo lavoro che stiamo facendo non solo il Parlamento non è a noi ben chiaro. Penso che tutto questo è qualcosa di storico anche se essendone dentro non ce ne rendiamo conto. In questo momento visto il livello di corruzione ritengo un buon risultato quello di rimanere onesto, di potermi sempre guardare allo specchio senza nessun rimpianto. Non si può nascondere che farebbe piacere vedere realizzata una delle tanti belle leggi che abbiamo elaborato ma in questo Parlamento è molto difficile, il sogno da realizzare è andare al Governo per riuscire a trasformare in realtà tutte le proposte del M5S; tutte proposte di buon senso che in questi anni sono state osteggiate dal resto del Parlamento per partito preso.

Come immagini Palermo fra 10 anni?

Al momento la immagino immobile, ma osservando come la coscienza di molti palermitani si sta evolvendo potrei sbagliarmi.

Cosa ne pensi a proposito del Tram a Palermo?

La vicenda dello scandalo Amat-tram (subito scomparsa dalle cronache) chiarisce quello che è la realtà di questa opera.

A Palermo non c’è la volontà di portare ad un livello decente il trasporto tramite bus ma questa viene venduta come un elemento ineluttabile anziché come una mancanza di volontà e incapacità.

Che progetti hai per il 2015?

Non esiste il futuro, esiste solo l’adesso.

Ringraziamo Riccardo per averci concesso questa intervista.

Saluti Alba e Nicolò

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