Lavorare a Pasqua: Si o no?

Lo sciopero arriva anche nel regno dei voucher e della moda a prezzi da saldo: uno dei maggiori outlet europei, quello di Serravalle Scrivia, è già da qualche giorno al centro delle cronache sindacali per la protesta annunciata contro l’apertura pasquale. Gli addetti – circa 2500, impiegati con contratti differenti in 250 negozi – hanno deciso di incrociare le braccia proprio nella fase clou delle vendite, sabato 15 aprile e domenica 16 (che è appunto quella di Pasqua). Al centro della lotta il lavoro nei giorni di festa: nodo dibattuto negli ultimi anni, ma soprattutto a partire dalla liberalizzazione decisa dal governo Monti (con il provvedimento meglio conosciuto come Salva Italia).

D’altronde, l’esperienza promessa dalla MAG – «dal 30% al 70% di sconto» sui marchi anche di alta gamma e del lusso, per uno «shopping emozionante» – non può permettere pause. E se normalmente i centri commerciali chiudono intorno alle otto di sera, nell’avvicinarsi delle festività o di eventi speciali le serate si allungano tranquillamente fino alla mezzanotte. E i lavoratori?

Appunto. Sono richiesti turni sempre più estesi, spesso insostenibili, sostiene il sindacato: si parla di «condizioni cui sono sottoposte le donne, le ragazze, gli uomini dell’outlet: orari di lavoro massacranti, contratti modesti, rapporti precari, festivi non sempre pagati». «E se alcuni pensano che l’unica attività del tempo libero degli italiani debba essere quella di circolare nei centri commerciali – ha spiegato la segretaria Cgil Susanna Camusso – forse dimentica che migliaia di persone, quelle che lavorano negli outlet, non potranno avere una vita privata».

La decisione di restare aperti anche a Pasqua ha provocato la reazione della Chiesa: l’Avvenire parla di «ultimo scippo» da parte dei big del capitale nei confronti dei tempi di vita delle persone. Lo sciopero viene appoggiato dai vescovi in quanto «fare festa significa certo avere tempo per sé, ma, soprattutto, è l’occasione data per ritrovarsi in famiglia, coltivare rapporti sociali autentici, costruire la comunità, in un giorno che è veramente libero perché libero per tutti».

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