Gli occhi del cane

Gli occhi sono una delle parti del corpo più delicate del cane.

Per un proprietario è importante controllarli spesso, saper capire quando sono sani e quando non lo sono e, nel caso, contattare un veterinario per risolvere il problema in corso.

La vista è uno dei sensi primari per un cane, infatti: le patologie dell’occhio di solito iniziano dalla parte che è a contatto con l’esterno (congiuntiva, cornea) ma se non vengono trattate si va sempre più in profondità, ed è per questo che bisogna sempre fare attenzione che le cose non peggiorino: il rischio è la cecità.

Parliamo della parte esterna dell’occhio del cane, per capire qual è la sua struttura che interessa la maggior parte delle patologie dell’occhio.

La parte interna, infatti, ha anch’essa delle patologie ma sulle quali il proprietario non può fare assolutamente nulla.

Dall’esterno, troviamo per prima cosa le palpebre, che nel cane sono tre: una sopra, una sotto e una sotto le altre due, detta nittitante.

La terza palpebra del cane è difficile da vedere, perché esce e copre l’occhio solamente quando le altre due sono già chiuse; se rimane ben visibile, c’è un problema e bisogna andare dal veterinario.

La palpebra inferiore è spesso piuttosto lassa, e se vogliamo (come per la nostra) si può tirare fuori e vedere l’interno: se ne apprezza così il colore, che deve essere rosa.

Se è bianco significa che il cane ha problemi come l’anemia (e sono bianche anche le mucose della bocca), mentre se più comunemente è rossa significa che è infiammata.

L’infiammazione di solito non riguarda la palpebra in sé, ma lo strato mucoso che ricopre le palpebre e la cornea dell’occhio, che si chiama congiuntiva.

Quando è infiammata si parla di congiuntivite del cane, che è l’infiammazione di questa parte superficiale.

La congiuntivite si vede in questo modo, oltre ad osservare che gli occhi lacrimano spesso; se il cane ha gli occhi chiari, o quando si vede (in parte) la sclera, ossia il bianco dell’occhio, si vede che è di colore rosso e non bianco.

Se la congiuntivite non viene trattata, i batteri o i virus che la causano possono entrare più in profondità e allora si infiamma la cornea, che è il rivestimento esterno dell’occhio: qui le cose sono più gravi, perché la cornea si può corrodere, e si vede di solito una macchia opaca in mezzo all’occhio, sulla pupilla.

Il cane si strofina spesso gli occhi e lacrima abbondantemente, perché ha molto dolore.

Le parti invece interne dell’occhio sono essenzialmente composte da acqua, che si trova all’interno del bulbo oculare.

I problemi interni dipendono solitamente da malattie che riguardano altre parti dell’organismo; possiamo vedere l’occhio opaco e non trasparente, ma a differenza della situazione precedente il cane non ha dolore e le palpebre sono perfette: in questo caso bisogna andare dal veterinario che deve capire qual è la patologia sottostante (di solito vecchiaia o malattie infettive) ma noi possiamo fare poco.

Per prendersi cura dell’occhio del cane è necessario che l’infiammazione sia esterna.

In generale, quando il cane sta bene è meglio evitare di pulire gli occhi, che si puliscono da soli grazie al loro sistema basato sulle lacrime.

Vanno controllati, ma se andiamo a toccare troppo con le dita rischiamo di farla venire noi, la congiuntivite al cane, per cui meglio evitare manovre inutili.

Quando il cane ha invece l’occhio arrossato, quello che possiamo fare noi è ridurre l’infiammazione, e di conseguenza il dolore.

Da notare che noi possiamo togliere l’infiammazione ma non i batteri e i virus che la provocano, per cui è necessario comunque, come prima cosa, andare dal veterinario a meno che l’infiammazione sia molto lieve (magari dovuta al freddo).

Il veterinario ci prescriverà un collirio o una pasta antibiotica o antivirale, a seconda di qual è la causa della congiuntivite, e dovremo applicarla sull’occhio seguendo le sue indicazioni: attenzione perché questo passaggio (non date retta ai siti green, che spesso non sono scritti da un veterinario… chi scrive questo articolo, invece, lo è) non si sostituisce con le cure naturali, che vedremo adesso.

Le cure naturali sono infatti antinfiammatorie, ovvero riducono l’effetto dell’infiammazione sull’occhio e di conseguenza il dolore.

I colliri antinfiammatori, a base di estratti vegetali (anche famosi, come la camomilla) riducono il dolore e l’azione del sistema immunitario che lotta contro i microrganismi dannosi; possiamo ridurre la sua funzione perché loro vengono uccisi dal farmaco fornito dal veterinario.

La cura antinfiammatoria, naturale o (nelle situazioni più gravi) prescritta anch’essa dal medico, può durare anche qualche settimana, più della cura antibiotica, e si può applicare direttamente dalla confezione oppure con l’aiuto di una garza sterile, che lascia cadere qualche goccia nell’occhio del cane.

Lui a questo punto chiuderà le palpebre e noi dobbiamo massaggiare a palpebre chiuse, perché il collirio o la pasta si diffonda.

In linea di massima, la differenza tra collirio e pasta oftalmica è che il primo ha un effetto inferiore, e va messo più volte al giorno, la pasta meno.

Ma la pasta è anche più difficile da applicare, per cui se non siete pratici è da preferire comunque l’uso del collirio.

 

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